Pillole di Storia / Giocatore, dirigente ed infine tecnico: una vita spesa con il granata addosso. Zaccarelli compie 68 anni
Giocatore per oltre quindici anni, poi dirigente, direttore sportivo ed infine allenatore: ha fatto davvero di tutto nel Toro, e per il Toro, Renato Zaccarelli. Nato ad Ancona nel 1951, arriva in granata a soli quindici anni e dopo l’intera trafila nel settore giovanile, viene mandato in prestito in giro per l’Italia (Catania, Novara ed infine Verona ). Rientra stabilmente al Torino nel 1974, per non lasciarlo più: da allora, infatti, mette assieme 413 presenze tra campionato e coppe, che lo collocano al terzo posto assoluto tra i granata più gettonati di sempre, alle spalle di due autentiche colonne come capitan Giorgio Ferrini e Paolino Pulici. Giocatore dotato di ottima visione di gioco ed un’innata eleganza in campo, “Lord Brummel” (questo non a caso, era il suo soprannome) termina la propria carriera agonistica a 36 anni, al termine della stagione 1986/87. Gigi Radice, con una felicissima intuizione, negli ultimi anni reinventa come mediano davanti alla difesa quello che fu il regista dello scudetto 1976; Renato si rivelerà anche stavolta tra i più positivi, per dedizione, leadership in campo e spirito di sacrificio.
Zaccarelli e il Toro, la carriera da dirigente e allenatore
Dietro la scrivania, ricopre inizialmente il ruolo di team manager sotto la presidenza Calleri, prima di trascorrere alcuni anni come tecnico in Federazione. Ritorna al Toro nel 2003, in piena gestione Cimminelli-Romero con il ruolo di direttore generale al posto di Sandro Mazzola. Siederà anche in panchina sul finire della stagione 2002-03, quella della rovinosa caduta in serie B dopo aver cambiato ben tre tecnici (Camolese, Ulivieri ed appunto Zac, in tandem con Giacomo Ferri), “Solo ed esclusivamente perché si trattava del Toro”, dirà anni dopo.
Ma è nella stagione 2004-05 che compie il proprio capolavoro tecnico, subentrando nel finale di stagione ad Ezio Rossi, dando nuova linfa ed energia alla squadra che centrerà seppur in extremis i play-off, regalando così al popolo granata una promozione tanto sofferta quanto inutile. Il fu Torino Calcio, infatti, morirà poche settimane dopo, nella calda estate del 2005 e con lui gran parte di “quel Toro” che Renato sentiva così suo, quasi fosse una seconda pelle. Tanti auguri, Zac!
Auguri Vecchio Cuore Granata
È stato anche un grande capitano, AUGURI.
Auguri Zac, uomo tutto di un pezzo